Una casa nel cuore della città

corsisti 01/07/2001 0

1° Luglio 2001
La Fondazione Prospero Zanchi che ospita opere caritative e culturali della realtà milanese. Cronaca di una serata col cardinale Martini

Lunedì 9 aprile in via Poerio 14, a Milano, il cardinale Carlo Maria Martini si è recato in visita alla Fondazione Prospero Zanchi, una realtà di recente costituzione, ma che ha alle spalle una lunga storia. L’incontro di Fede Mezzanotte con il movimento di Cl, attraverso don Franco Berti e alcuni amici è all’origine di quanto poi si è sviluppato. Il padre, Prospero Zanchi, noto e stimato professionista di Milano, per una intuizione piena di fiducia per quanto accadeva alla figlia, espresse a don Franco il desiderio di creare una Fondazione come supporto stabile allo sviluppo di opere che avessero finalità caritative, educative o missionarie.
La scomparsa del dottor Zanchi non gli permise di attuare questo lungimirante progetto, ma la figlia Fede ha voluto far propria l’aspirazione paterna e darle compimento.

Associazioni in sede
Fra burocrazia e lavori di ripristino è nata una sede per opere caritative e di presenze nella realtà milanese, ma anche un luogo di ritrovo e di convivenza nel cuore di Milano, con sale riunioni, bar e un piccolo ristorante per i soci.
Ora, in via Poerio, hanno sede: la Associazione Charles Péguy, nata nel 1990 e rivolta a chi vive responsabilità imprenditoriali o professionali; la Fondazione Maddalena Grassi, che unisce medici e paramedici dediti all’assistenza di malati terminali (con patologia oncologica o affetti da Aids, per i quali ha pure aperto una Casa di accoglienza a Baruccana di Seveso); il Consorzio Sviluppo Occupazione, associazione senza fini di lucro, che promuove iniziative per favorire l’ingresso dei laureati nel mondo del lavoro; la Libera Associazione Forense, nata tra operatori del mondo della Giustizia e volta a promuovere un aiuto reciproco nel settore; il Centro famiglie, associazione di giovani famiglie del quartiere impegnate a trovare risposta ai bisogni quotidiani più comuni (servizio di babysitteraggio, consulenze giuridiche, orientamenti medici, spazio di gioco per i bambini…).
Tutto questo è un miracolo. Lo dice bene don Berti al cardinale Martini: «Una cosa mi ha colpito in tutta questa vicenda: l’aspetto dell’imprevisto, della Grazia come imprevisto».
E quest’opera ha voluto ricambiare la generosità della propria sorte offrendosi senza reticenza al servizio della vita della Chiesa.

Dieci volte tanto
Il dono più grande per chi ha dato energie a costruire l’opera è proprio la stima espressa dal Cardinale: «La ragione di questa visita è stata il gentile invito di don Berti. Riguardava, allora, se avevo capito bene, l’Associazione Charles Péguy. Già altre volte, negli anni passati, tu, don Berti, mi avevi parlato di questa Associazione. Così, quando ho ricevuto l’invito, ho pensato bene: sarà bello andare una volta a conoscere quest’opera a carattere culturale. E io immaginavo di trovare circa dodici persone! Invece, se ho fatto bene il conto, sono qui presenti cinque associazioni e almeno centoventi persone. Sono molto contento di queste iniziative, di vedere questo posto molto degno, quasi specchio di un impegno culturale, caritativo e assistenziale che vuol fare le cose bene: non soltanto fare alcune cose, ma programmarle con cura e con efficacia… La Chiesa è come un grande Mistero di Dio che mostra il Suo amore all’umanità. E nella Chiesa esistono molteplici iniziative, molteplici forme di presenza, di assistenza, di cultura, di carità sociale, assistenziale, politica. Ma tutte queste forme hanno il bisogno di essere viste nella loro unità. Io, come Vescovo, sento di rappresentare un poco questa sintesi, questo bisogno e desiderio che tutte le singole realtà non si ignorino a vicenda, ma si conoscano, collaborino e studino modi di partecipare le une al servizio del bene delle altre. Ed ecco, questa è la raccomandazione che io mi sento di fare, vedendo iniziative antiche e nuove. Sono iniziative importanti, ma è giusto sempre leggerle nel quadro dell’intera Chiesa e – in particolare – nel quadro dell’intera Chiesa locale di Milano, e perciò in collaborazione e in contatto, in scambio trasparente e sincero, con tutte le altre realtà, così che la Chiesa possa esprimere pienamente la sua ricchezza. Esprimo dunque la mia gratitudine a tutti coloro che lanciano, promuovono, sostengono iniziative che sono, poi, tutte finalizzate ad adempiere al grande comandamento: “Amerai il prossimo tuo come te stesso” o, meglio ancora: “Amatevi come io vi ho amato”. Si tratta perciò di iniziative con una visione larga, sempre attenta a riconoscere il bene dovunque si trovi, sempre pronta a collaborare con ogni iniziativa di bene analoga o affine, così da fare un grande concerto di verità e di santità, come ci ha chiesto ultimamente il Papa nella Novo millennio ineunte.
Auspico, quindi, che tutte queste iniziative perseguano non solo il fine specifico proprio di ciascuna, ma insieme il bene comune dell’intera Chiesa, il bene comune di tutti i fedeli e attraverso questo, il bene comune della città e il bene comune dell’umanità».
Raccogliendo e rilanciando questo auspicio, don Franco Berti ha ringraziato il Cardinale, a nome della Fondazione Zanchi e di tutte le realtà che in essa operano, riconoscendo nelle sue parole e nella sua visita una garanzia e un’indicazione sicura riguardo alla bontà del cammino iniziato. Un cammino di laici che, attratti dal carisma del movimento, desiderano offrire il loro tentativo perché cresca la comunione, nella consapevolezza della presenza di Cristo – tramite noi – tra tutti gli uomini.

Tratto dal mensile “Tracce”, n.7 luglio/agosto 2001

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