Cristianesimo, libertà, democrazia – Ernst Wolfgang Bockenforde

corsisti 20/05/2008 0

20 Maggio 2008

 

Morcelliana Editore
Euro € 24.00

Sono oramai passati oltre trent’anni dal cd. ”diktum” di Bockenforde: “Lo Stato liberale, secolarizzato vive di presupposti normativi che non può garantire”; tesi divenuta celebre anche a seguito dei dialoghi intercorsi negli anni, su fede, ragione e politica, tra l’allora Cardinale Joseph Ratzinger ed il filosofo del diritto Jurgen Habermas che hanno preso le mosse proprio dall’analisi dell’assunto bockenfordiano.

Una buona occasione per conoscere meglio il pensiero dell’eminente giurista (è stato anche membro della Corte Costituzionale) viene offerta dalla pubblicazione , da parte di Morcelliana, di una raccolta di scritti titolata: “Cristianesimo, libertà, democrazia”.

Nella raccolta di saggi si coglie il pensiero vivo del costituzionalista tedesco, ed in particolare il tema della libertà che si pone come una delle basi dello stato moderno, la cui fondazione, a detta del medesimo, non viene ricondotta unicamente ad un processo di concentrazione del potere nelle mani di un’unica istanza monopolistica, ma altresì attraverso quel processo di differenziazione del potere temporale da quello spirituale attraverso il quale, nei secoli passati, il potere temporale si è distinto da quello spirituale e religioso.

Come giustamente osservato dal curatore dell’edizione italiana del volume, Michele Nicoletti: “in questo processo l’affermazione della libertà di religione e, più in generale, della libertà di coscienza ha svolto un ruolo centrale, tanto che è “per amore di questa libertà” che lo Stato moderno ha posto a se stesso, all’esercizio della propria forza coercitiva nei confronti degli individui che si affidano alla sua protezione, dei limiti invalicabili. Nessuno può essere forzato con gli strumenti del potere politico a tener per vero qualcosa in cui non crede”.

Sotto questo profilo, il paragone con l’annuncio cristiano è evidente, anche il Dio cristiano ha infatti scelto di sottomettere la stessa possibilità del Suo riconoscimento al servizio della libertà dell’uomo anticipando, dunque, sotto questo profilo, il paradosso in cui lo Stato moderno si pone: ossia quello di una potenza che pone i fondamenti (prepolitici) della sua esistenza nella dinamica della libertà dei propri consorziati.

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