SENTENZA ANDREOTTI: UNA PRIMA IMPRESSIONE
Perugia, 17 novembre 2002: con una sentenza che non può essere definita altrimenti che “scioccante” la Corte d’Assise d’Appello ha condannato il sen. Giulio Andreotti alla pena di ventiquattro anni di carcere per l’omicidio del giornalista Mino Pecorelli.
Il sen. Giulio Andreotti, statista ed uomo politico tra i più stimati sul piano internazionale, che per decenni ha governato il nostro Paese, sarebbe dunque – sostengono i giudici di Perugia – il mandante di un assassinio.
Non si può fare a meno di esprimere l’impressione che si tratti di un “segno dei tempi”: la sensazione è che con la condanna inflitta ad Andreotti non si sia colpita solo la sua persona, ma anche e soprattutto un simbolo, tra i più alti, della storia cristiano-democratica della nostra Nazione.
Non si conoscono ancora le motivazioni di simile decisione e non è lecito dare ora affrettati giudizi di “merito”: tuttavia, ci sentiamo di esprimere tutta la nostra solidarietà alla persona del sen. Giulio Andreotti, in questo faticoso momento di prova ed auspichiamo che una giustizia più “serena” possa restituirgli, come persona e come simbolo della storia del nostro Paese, tutta la dignità di cui siamo “moralmente” certi.